Il contesto nel quale si colloca questo nuovo progetto è quello delle scienze cognitive. In particolare si propone un percorso di ricerca per lo sviluppo di una psicofisica delle relazioni percettive (Kubovy, 2002). A partire dalle ricerche di tradizione Gestaltista, che hanno prodotto importanti risultati sul comportamento dell’esperienza percettiva di Identità, somiglianza, diversità, contrarietà (Wertheimer, 1923; Goldmeier, 1926; Palmer, 1978), in tempi recenti è stato possibile aprire nuovi ambiti di studio del tema (vedi Savardi & Bianchi, 2000, 2003, 2005) mediante l’applicazione di strumenti formali come logiche fuzzy o statistiche probabilistiche per verificare se e come l’esperienza delle relazioni percettive fosse riconducibile ad uno dei modelli formali disponibili per lo studio dell’esperienza diretta.
Il nuovo percorso di ricerca, proposto in questo progetto, si muoverà sulla base delle seguenti ipotesi e metodologie:
a. è stato confermata (Bianchi& Savardi, 2002; Bianchi, Savardi, Cattazzo, 2002; Savardi & Bianchi, 2003) l’ipotesi che fosse possibile lo studio sperimentale dell’esperienza percettiva della contrarietà;
b. questi studi hanno permesso di identificare una serie di comportamenti invarianti a diversi ambiti di esperienza, definiti come Principi della contrarietà (Savardi & Bianchi 2000, 2005) che ne regolano il comportamento percettivo;
c. allo stesso modo i risultati sperimentali hanno permesso di generare una psicofisica fenomenologica (Savardi & Bianchi, 2003; Bianchi, Savardi & Tacchella, 2004) della relazione di contrarietà;
d. tra la matrice dei comportamenti, finora descritti, non è mai stata verificata l’assunzione che termini contrari (come alto-basso, sopra-sotto ecc..) potessero essere considerati come appartenenti ad una unica dimensione di cui i due termini definiscono gli estremi, assunzione implicitamente mutuata in tutte le applicazioni tipo scale Likert o, in genere, scale dicotomiche come il differenziale semantico o scale di valutazione qualitativa utilizzate in abiti sociali o riferite ai tratti di personalità,
e. attraverso l’adozione di metodologie derivate da modelli logistici e in particolari quelli forniti da Rasch (1960,1966) e in seguito dai Rating Scale Model di Andrich (1978), si ipotizza che sia possibile verificare se l’assunzione di unidimensionalità dei contrari (e) sia vera o falsa;
f. dal punto di vista sperimentale si procederà attraverso lo studio di un campione di soggetti (N>100) che dovranno esprimere giudizi quantitativi sul grado di presenza di determinate proprietà (N>30 e in particolare coppie contrarie relative alle dimensioni spaziali) per un numero (N>100) di items percettivi selezionati sulla base della loro capacità di essere potenziali buoni misuratori delle proprietà da valutare;
g. i risultati grezzi verranno trattati medianti statistiche logistiche della famiglia di Rasch, che permetteranno di avere indicazioni sul buono o cattivo valore degli items per misurare il grado di unidimensionalità delle copie contrarie.
Risultati attesi:
- verifica dell’applicabilità dei Modelli di Rasch (sinora applicati in psicologia in ambito sociale, per giudizi estetici, nello studio dell’apprendimento
.) nella ricerca sulla percezione diretta di relazioni
- Verifica dell’effettiva unidimensionalità cognitiva delle proprietà contrarie, come regola generale
- Ricerca di eventuali coppie di contrari che si strutturino cognitivamente come dimensioni unidimensionali
- Descrizione fenomenologica (quantitativa e qualitativa) di un campione significativo di proprietà contrarie e relativi intermedi, da utilizzare come dato empirico su cui verificare l’applicabilità dei modelli testati
- Verifica dell’applicabilità della logica fuzzy nella modellizzazione della struttura interna delle relazioni tra proprietà contrarie ed intermedie.
Sulla base dei risultati ottenuti si potrà iniziare a sviluppare un più vasto progetto di ricerca per sottoporre a verifica la bontà e liceità dell’uso di tutti quegli strumenti utilizzati in molti ambiti di ricerca (cfr. il punto d.) nei quali l’utilizzo di scale polarizzate come strumenti di inferenza non ha mai verificato l’assunzione di sommatività algebrica dei giudizi quantitativi espressi per l’uno o l’altro polo della scala.
BIBLIOGRAFIA
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Goldmeier, E. (1936, 1972). Similarity in visually perceived forms. Psychological Issues, 29, Whole No.
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