La tradizione filosofica - risalente ad Aristotele ma riconducibile già agli ultimi dialoghi di Platone - rende l’accidentalità impensabile, destituendola di ogni valore e relegandola al livello dell’inessenziale, dell’incausato e dell’insignificante. In questo modo la tradizione preclude la possibilità di un pensiero dell’evento, all’interno del quale l’accidentalità - intesa in un significato diverso da quello aristotelico -riveste invece un ruolo centrale. Per ripensare l’accidentalità possiamo rivolgerci al cinema, inteso come dispositivo sia tecnico sia espressivo, che rende visibile, pensabile e dunque possibile un nuovo pensiero dell’accidente, e così facendo apre la strada ad una filosofia dell’evento.
Marco Latino è un insegnante di filosofia e storia nei licei e un dottorando in filosofia presso l'Università di Verona (40° ciclo), dove persegue un progetto di ricerca, sotto la supervisione dei professori Gianluca Solla e Federico Leoni, riguardante l'analisi dei mezzi di riproduzione meccanica della realtà, utilizzati nelle arti come il cinema o la musica, e il loro rapporto con la filosofia contemporanea, in particolare in autori come Bergson, Deleuze e Simondon. E' anche tutor per il Corso di Laurea Magistrale in Scienze Filosofiche.
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