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Una filosofia della migrazione  (2018)

Autori:
Pozzo, Riccardo
Titolo:
Una filosofia della migrazione
Anno:
2018
Tipologia prodotto:
Articolo in Rivista
Tipologia ANVUR:
Articolo su rivista
Lingua:
Italiano
Formato:
Elettronico
Referee:
Nome rivista:
PARADOXA
ISSN Rivista:
1971-6311
N° Volume:
Paradoxa forum
Numero o Fascicolo:
17 maggio 2018
Intervallo pagine:
1-1
Parole chiave:
migrazione; Donatella Di Cesare; Hannah Arendt
Breve descrizione dei contenuti:
Una filosofia della migrazione 17 maggio 2018 di Riccardo Pozzo Lascia un commento Sono passati due mesi dal voto del 4 marzo in Italia e il tema migrazione sembra sia scomparso dalle pagine dei giornali. Eppure, oggi più che mai abbiamo bisogno di ricchezza culturale e soprattutto di antidoti alla xenofobia. Sappiamo bene che attitudini xenofobe trovano espressione anche in elezioni democratiche e non sempre abbiamo a disposizione un Platone per reagire al voto di cittadini che condannarono Socrate benché innocente. La migrazione non è solo spostamento di popolazioni e gruppi etnici. Il suo ambito è più ampio, perché accompagna l’intera storia delle civiltà, proprio perché la migrazione è la causa degli scambi tra culture e dunque la causa dei continui trasferimenti e traduzioni da un contesto linguistico, economico, politico e culturale – diciamo Africa – a un altro – diciamo Europa. Rémi Brague ha notato che il termine arabo per dizionario – وماق (qāmūs) – corrisponde alla traslitterazione del nome di un titano della mitologia greca Ὠκεανός (’Okeanós), nel senso originario di un’estensione liquida che abbraccia tutte le terre emerse, permettendo la navigazione e dunque la comunicazione e lo scambio tra culture. Le frontiere politiche definiscono gli uni come membri di una comunità di cittadini e al contempo escludono gli altri. Ma oggi sono sempre più numerose le persone che abitano dei paesi che non sono più i loro e le stesse frontiere sono divenute porose. La direzione che sembra doversi favorire fa riferimento a una visione della diversità culturale come fattore ormai strutturale delle società europee e foriero di dinamiche generative del tessuto sociale (come di quello culturale, economico etc.). Si può e si deve, infatti, considerare la migrazione entro il quadro del cambiamento e dell’innovazione della società. ‘Innovazione sociale e culturale’ è un sintagma divenuto di uso corrente negli ultimi anni per via del nome scelto dallo European Strategy Forum Research Infrastructures per il gruppo di lavoro che si occupa delle infrastrutture per le scienze umane e sociali. .Su incarico del MIUR e in linea con il gruppo strategico di lavoro Social and Cultural Innovation del foro ESFRI, i ricercatori italiani contribuiscono a quattro infrastrutture di ricerca che si occupano di innovazione sociale e culturale presenti nella Roadmap ESFRI 2016 e si sono candidati per la Roadmap ESFRI 2018 con RESILIENCE-Religious Studies Infrastructure: Libraries, Experts, Nodes and Centres, infrastruttura di ricerca guidata da FSCIRE, il centro di studi creato da Giuseppe Alberigo nel convento dove si stabilì Giuseppe Dossetti al suo ritiro dalla politica e che oggi è diretto da Alberto Melloni (http://www.esfri.eu/working-groups/social-and-cultural-innovation: CLARIN ERIC clarin.eu, DARIAH ERIC www.dariah.eu, E-RIHS www.e-rihs.eu, SHARE ERIC, www.share-project.org, RESILIENCE http://www.fscire.it/index.php/it/networking/infrastruttura-resilience/). Detto senza mezzi termini, tocca alla filosofia il compito di individuare un narrativo condiviso su cosa sia successo, stia succedendo e cosa succederà nella migrazione: memoria, affinché morte, violenza e distruzione non succedano di nuovo; e futuro, per un narrativo che ci accompagni nel ventunesimo secolo e che abbia la stessa efficacia di quello presentato da Hanna Arendt sull’olocausto (Eichmann in Jerusalem, apparso sul New Yorker a puntate a partire dal 17 maggio 1963). Per questo motivo, occorre mettersi al lavoro e sviluppare l’importante proposta di Donatella Di Cesare nel suo studio sulla filosofia della migrazione (Stranieri residenti. Per una filosofia della migrazione, Bollati-Boringhieri, Torino 2017). Continuiamo a non avere una riflessione sulla migrazione e nemmeno una concettualizzazione su chi sia il migrante. Accettare che siano i confini a determinare gli spazi e luoghi sign
Note:
Recensione al volume di Donatella Di Cesare, Stranieri residenti: Per una filosofia della migrazione, Bollati Borignhieri, Torino 2017
Pagina Web:
http://www.paradoxaforum.com/filosofia-della-migrazione/
Id prodotto:
102863
Handle IRIS:
11562/979869
ultima modifica:
14 novembre 2022
Citazione bibliografica:
Pozzo, Riccardo, Una filosofia della migrazione «PARADOXA» , vol. Paradoxa forum , n. 17 maggio 20182018pp. 1-1

Consulta la scheda completa presente nel repository istituzionale della Ricerca di Ateneo IRIS

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