Fenomenologia sperimentale e ottica ingenua: derivazione e riconoscimento delle immagini allo specchio

Starting date
June 1, 2004
Duration (months)
12
Departments
Human Sciences
Managers or local contacts
Savardi Ugo

Il progetto si contestualizza nel quadro delle contemporanee ricerche sulla cosiddetta Ottica Ingenua (Croucher, Bertamini, Hecht, 2002; Bertamini, Spooner, Hect, 2003), che ha aperto un nuovo filone di indagini sulla percezione delle immagini riflesse e sulle conoscenze ingenue che i soggetti hanno della riflessione allo specchio.
Sin qui, l’indagine si è focalizzata:
a) da un lato, sulle conoscenze “prospettiche” circa l’ottica dello specchio (es: indicazione del luogo di comparsa dei riflessi nello specchio in funzione della posizione, relativa o assoluta, dell’osservatore e dell’oggetto della riflessione, data la condizione di movimento dell’uno o dell’altro). Di questo tipo sono i lavori svolti da Bertamini e coll. che hanno introdotto l’espressione “ottica ingenua” per riferirsi a questo filone di ricerca sperimentale;
b) dall’altro, sul cosiddetto problema della “mirror question”: perché lo specchio inverte destra e sinistra ma non sopra e sotto? La letteratura psicologica nata attorno a questa questione l’ha per lo più discussa da un punto di vista speculativo (Corballis, 2000; Gardner, 1964; Gregory, 1989, 1996; Haig, 1993; Ittelson, 1993; Ittelson, Mowafy, & Magrid, 1991; Morris, 1993; Navon, 1984; Tabata, & Okuda, 2000; Takano, 1998). Un’implementazione in veste sperimentale di questa domanda è quella aperta da Savardi e Bianchi (Savardi, Bianchi, De Lotto, 2003; Savardi, Bianchi, [in press]) che hanno studiato la relazione percepita da un osservatore tra sé e il proprio riflesso e tra i loro gesti e i gesti riflessi in condizione ecologica, utilizzando una “camera degli specchi” (allestita presso il Laboratorio seminterrato del Dipartimento di Psicologia e Antropologia culturale) e dei compiti descrittivi verbali. Queste ricerche propongono una nuova modalità di approccio al fenomeno attraverso il paradigma gestaltista della percezione diretta di relazioni e l’uso del metodo interosservativo. I primi risultati hanno dato indicazioni sull’identità e la contrarietà effettivamente percepita dall’osservatore quando osserva sé stesso allo specchio, date diverse posizioni dello specchio e diverse posture (statiche e dinamiche).- queste ricerche sono state oggetto del progetto 60% 2003 –

Il presente progetto di ricerca propone un ampliamento della ricerca lungo entrambe queste direzioni, coniugando metodologie di ricerca e questioni a cavallo tra esse.
Rispetto al punto a), verranno indagate le strategie ingenue di soluzione adottate da soggetti adulti posti di fronte a dei riflessi multipli (composti cioè dalla riflessione combinata su più specchi) e alla richiesta di spiegare come il riflesso di sé di volta in volta indicato derivi dal proprio corpo, date le superfici specchianti presenti. Questo tipo di ricerca rientra nel filone dell’ottica ingenua perchè chiama in causa le “conoscenze del soggetto”, ma utilizza – parallelamente a quanto successo per la fisica ingenua nelle interpretazione di Bozzi (1958; 1990), su un versante, e di Caramazza e coll. (1983) dall’altro — un paradigma sperimentale in cui la presenza dei riflessi è “sotto osservazione” e non “immaginata”. Il disegno sperimentale generale prevede che l’analisi sia rivolta sia alla condizione in cui il soggetto osserva il proprio riflesso, sia alla condizione in cui osserva oggetti tridimensionali di fonte allo specchio.
Sempre in questo contesto e con questo vincolo alla descrizione di fatti “osservati” e non “immaginati” si procederà anche all’analisi dei rapporti spaziali, di distanza e di grandezza tra oggetti/soggetti posti di fronte allo specchio e relativi riflessi, per analizzare se e dove la percezione della riflessione si discosti – anche rispetto a questi parametri – da ciò che sappiamo essere le regole ottiche di queste stesse relazioni.Per questa parte del progetto si prevede di attivare una collaborazione con Marco Bertamini (Università di Liverpool), che sarà presente per un quadrimestre presso il Dipartimento di Psicologia e Antropologia culturale di Verona per lavorare su questo progetto di ricerca.
Rispetto al punto b), il progetto propone un approfondimento della percezione dell’immagine di sé, rispetto al proprio corpo/viso, e in particolare alla capacità dei soggetti di riconoscere se l’immagine osservata è un’immagine “speculare” (con destra-sinistra invertito, così come accade tutte le volte che si osserva un viso/corpo allo specchio) o “fotografica” (che riflette il corretto orientamento destra-sinistra del viso/corpo, così come lo si osserva guardando un soggetto di fronte o, appunto, in fotografia). Questa parte del progetto verrà sviluppata tenendo conto dei paradigmi e dei risultati di alcuni recenti lavori sperimentali sul tema (Brédart, 2003; Cabéza e Kato, 2000; Troje, 1999), approfondendo la comprensione del ruolo che l’espressività del viso ha nel riconoscimento.

Sponsors:

Funds: assigned and managed by the department

Project participants

Collaboratori esterni

Marco Bertamini
Università di Liverpool (UK) Psychology
Muriel De Lotto
Università di Verona Psicologia e Antropologia Culturale
Roberto Burro
Università di Verona Psicologia e Antropologia culturale

Activities

Research facilities

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