Questo progetto di ricerca analizza, con un approccio storico, la complessità del rapporto tra istituzioni politiche e gestione, o meglio uso politico, del debito pubblico in quelle decadi, come gli anni settanta, ottanta e novanta in cui si raggiunse, per molti versi, il punto di non ritorno di accumulazione del debito.
L’uso politico del debito pubblico da parte dei governi, ancora poco indagato dalla ricerca storica, servì spesso a coprire il gap tra il difficile obiettivo di risanamento della finanza pubblica, le finalità di scambio politico e, più in generale, la ricerca costante del consenso.
In questo modo si innescò il trasferimento di ricchezza nelle mani di alcuni gruppi sociali, ceti medi, allo scopo anche di mantenere una legittimazione dei governi, almeno fino al Trattato di Maastricht, poi da lì, la strategia dei governi cambiò, ma non la crescita costante del debito.