La resa dei conti (1943-1945): memoria, violenza e politica

Data inizio
1 gennaio 2010
Durata (mesi) 
24
Dipartimenti
Culture e Civiltà
Responsabili (o referenti locali)
Migliorati Lorenzo
Parole chiave
Memoria collettiva, politiche commemorative

Classicamente la memoria, in sociologia, è memoria collettiva: memorie individuali che si negoziano e ricostruiscono nel quadro della società, sulla base delle mutevoli e cangianti istanze del presente.
Solo se il ricordo del passato si sottopone a questo vaglio critico può dire ancora qualcosa nel presente. Viceversa rimane puro oggetto da museo.
La memoria della Resistenza e degli anni della guerra civile in Italia costituiscono un esempio, forse tra i più significativi, di memoria monumentalizzata, nata sotto il segno del grande valore sociale e civile della rinascita della democrazia repubblicana in Italia.
I testimoni di quegli anni hanno, nella maggior parte dei casi, avuto sempre chiara la loro funzione (missione?) di testimoni sociali, di garanti dei valori fondanti della democrazia nel nostro paese. E la testimonianza appare per natura indiscutibile; ad essa si richiede soltanto di essere esemplare e autentica. La testimonianza diretta pertiene la categoria dell’essere, non quella della critica e del riconoscimento
Ora quei testimoni stanno progressivamente e inesorabilmente scomparendo. Cosa rimarrà della loro testimonianza dopo la loro scomparsa? Entreremo nell’era della post-memoria come sostengono alcuni, o sarà proprio allora che la memoria giocherà la sua funzione critica e analitica per i gruppi sociali che si misureranno con essa? Quali relazioni possono scorgersi tra i ripetuti e continui attacchi cui è sottoposta, da più parti, la narrazione testimoniale e memoriale della Resistenza monumentalizzata e i fenomeni di ricambio generazionale in atto rispetto al tema?
In collaborazione con l’Istituto per La Storia della Resistenza e dell'Età Contemporanea di Bergamo, si avvia un progetto di ricerca centrato sulla memoria collettiva degli episodi di violenza accaduti nel territorio della provincia di Bergamo alla fine della seconda guerra mondiale, nel quadro della Resistenza. Il progetto, pianificato su di un arco temporale di circa due anni, impegnerà un’équipe interdisciplinare che vedrà all’opera sia storici che sociologi. In particolare, cerchermo di raccogliere materiale etnografico relativo a rituali commemorativi di diversi eventi che ricordano “l’insorgenza partigiana” e “la rappresaglia fascista”, in generale tutti caratterizzati da alti livelli di violenza e da profonde tracce lasciate nelle coscienze delle comunità in cui sono accaduti. L’obiettivo generale dell’indagine consiste nell’individuare e descrivere i processi di trasformazione della memoria collettiva dei cosiddetti “giorni della resa dei conti”, sondandone i ruoli eventualmente ricoperti riguardo i percorsi di costituzione e ricostituzione delle diverse identità collettive presenti a livello delle comunità locali.

Partecipanti al progetto

Lorenzo Migliorati
Luca Mori
Professore associato

Collaboratori esterni

Elisabetta Ruffini
Isituto bergamasco per la storia della Resistenza e l'età contemporanea Direttrice
Angelo Bendotti
Istituto bergamasco per la storia della Resistenza e l'età contemporanea Presidente

Attività

Strutture

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