Proseguendo e terminando "Relazioni di alterità", l'indagine si rivolgerà all'analisi delle forme discorsive, sia scritte sia orali, modificate dalla "presenza dell'altro". (iI dialoghi platonici possono esseri riguardati come il primo e sommo esempio filosofico di tali forme). Prenderemo in considerazione, principalmente, le forme discorsive che si sono modellate oralmente e poi anche per iscritto con la pratica femminista conosciuta come pratica dell'autocoscienza. (secondo il termine coniato da Carla Lonzi, come traduzione libera dall'inglese "cousciousness-raising"). Analogamente, cercheremo gli effetti simbolici di questa presenza dell'altro nei testi della letteratura mistica, secondo l'impostazione che ci siamo date, che è di alvorare su due piani, definiti (per comodità): piano dell'altro con la a minuscola e piando dell'Altro con la A maiuscola. Esamineremo infine i testi prodotti dalla comunità "Diotima" nei suoi vent'anni di vita, testi scritti ma in parte di origine orale (le lezioni del Seminario annuale di Diotima presso quesa univeristà degli studi), testi in gran parte individuali ma tutti alimentati dalla ricerca comune, per mettere in luce l'intrazione tra oralità e scrittura, gli aspetti di incompiutezza, le strategie dimostrative e, in definitiva, il farsi e "disfarsi" del soggetto, nella ipotesi di una continuità-discontinuità con il processo storico-filosofico tracciato da Slavoj Zizek, "Il soggtto scabroso".