Background teorico L’idea da cui siamo partite è quello di recuperare l’educazione etica nata dalla tradizione filosofica e culturale europea, che trova nella filosofia antica le sue origini. Una proposta, quindi, che considera l’educazione etica non come un apprendimento di regole, diritti e doveri (modo di affrontare il discorso morale più tipico della società americana) ma una riflessione profonda sulla vita: «Per i Greci l’etica e la filosofia pratica non erano tanto teorie fondative delle prescrizioni a cui dobbiamo sottometterci o di ciò che possiamo permetterci, ma costituivano piuttosto una riflessione sul tipo di vita più consono al nostro essere uomini. […] il tipo di vita che rende maggiormente perfetto l’uomo» (Lobkowicz, 1983, p. 14). In questa visione etica, centrale è il discorso sulle virtù. Sia Socrate che Aristotele vedono in esse un elemento centrale per la formazione delle giovani generazioni. Nell’Apologia Socrate ricorda che l’educazione ha il compito di orientare i giovani a prendersi cura della loro anima: «non del corpo dovete aver cura né delle ricchezze né di alcun’altra cosa prima e più che dell’anima, sì che ella diventi ottima e virtuosissima; e che non dalle ricchezze nasce virtù, ma dalla virtù nascono ricchezze e tutte le altre cose che sono beni per gli uomini» (30 a, b); così come Aristotele afferma nel secondo libro dell’Etica che: «il bene umano consiste nell’attività dell'anima secondo virtù» (Etica Nicomachea, Libro secondo). Un progetto di ricerca empirica con i bambini della scuola primaria Le virtù sono diventate il concetto chiave su cui costruire un percorso di ricerca sulle virtù nella scuola, secondo la prospettiva della «ricerca per i bambini» (Mortari, 2009). Elementi caratterizzanti tale approccio sono: - lavorare con i bambini svolgendo la ricerca all’interno di contesto educativi per loro quotidiani – in accordo con la naturalistic inquiry (Lincoln and Guba, 1985; Erlandson 1993) le attività di ricerca sono svolte in classe con i bambini e gli strumenti utilizzati per la ricerca sono pensati come i dispositivi educativi che le insegnanti adottano nel loro lavoro quotidiano; - i metodi della ricerca sono principalmente qualitativi perché più adatti all’indagine di fenomeni complessi come l’educazione morale e quindi a trattare – analizzare - significati, pensieri, idee e percezioni dei soggetti coinvolti; - la ricerca non è concepita come momento per testare delle teorie, ma come percorso per comprendere un fenomeno. La traiettoria è quindi induttiva e il disegno di ricerca non è deciso a priori ma viene costruito a partire dal lavoro in classe con i bambini; - Il progetto si muove nella direzione di creare una forte sinergia tra università e scuola rispetto ai temi educativi, nell'ottica di una collaborazione tra ricercatori e "pratici" (insegnanti) che costituisce la sola opportunità per attivare dinamiche di cambiamento nei contesti educativi.