L'attuale crisi economica sta modificando ed ha già modificato fortemente i comportamenti e le strategie dei consumatori, è lecito supporre che in molti comparti produttivi il tipo di domanda che gli imprenditori si troveranno a dover incontrare stia in questi anni modificando fortemente le proprie strategie ed i propri obiettivi. Soprattutto in questa prima fase del periodo acuto, e speriamo breve, della crisi economica è investito ormai di tutto il mondo, ma che noi ci ripromettiamo di studiare a livello locale, sarà possibile osservare un forte flusso di modifiche all'interno dei comportamenti di consumo, prima che si consolidino nuovi equilibri e nuove strategie. In questa fase in cui i problemi economici delle famiglie e dei consumatori sono sì presenti ma è ancora ben presente anche l'abitudine al consumo affluente degli anni precedenti, possiamo ipotizzare che le nuove strategie di spesa che devono confrontarsi con il ridotto potenziale di acquisto possano tentare una molteplicità strade con ancora una seppure latente potenziale propensione all'acquisto alta. È questo il momento in cui adeguate strategie di offerta possono sostenere la produzione, soprattutto livello locale, modificando non soltanto l'aspetto legato al prezzo ma anche gli aspetti legati ai significati simbolici e al senso che consumatori danno agli oggetti e ai servizi che si presentano loro sul mercato. Da questo punto di vista un consumatore non ancora radicalmente depresso da ridursi costante ed ormai consolidato nel tempo del suo potere d'acquisto, può essere agganciato attraverso strategie simboliche e comunicative oltre che economica e che trasformino le esigenze legate alla contrazione del potere d'acquisto in una valenze positive. Sotto questo aspetto possiamo indicare elementi come la ripresa del valore simbolico e dell'importanza positivo dei prodotti locali, che hanno anche il pregio di essere meno costosi e prodotti con una lunga filiera alle spalle, oppure del valore positivo del risparmio energetico, che trasforma la riduzione dei consumi in una ideologia positiva e gratificante, oppure l'abbandono della gratificazione legata allo spreco vistoso delle risorse, e quindi il rifiuto della obsolescenza programmata degli oggetti, delle frequenti ondate di moda, con il ritorno ad un utilizzo degli oggetti prolungato nel tempo ed il conseguente recupero del sapere di legati alla manutenzione ed alla riparazione, area privilegiata e direi classica di azione del piccolo e medio artigianato, nonché del fascino positivo della memoria, che in fase espansiva della produzione dei consumi viene solitamente soppiantata dal valore positivo della innovazione e della novità. Anche i processi di valorizzazione dei prodotti agro alimentari locali può essere utilmente trasformata in una strategia positiva di difesa del proprio potere d'acquisto, accorciando la filiera dei beni che vengono acquistati, rivalutando ad esempio il sapere ed il valore delle colture locali, oppure rivalutando gli aspetti collettivi e comunitari contro la individualizzazione del sistema distributivo attraverso i gruppi di acquisto solidale o le strategie di fidelizzzazione delle strutture di distribuzione. Come è lo scenario di crisi della contrazione della ricchezza disponibile stimola del consumatore e nuove strategie, soprattutto in questa prima fase possono comunque mantenere degli aspetti positivi, o possono essere trasformate in azioni positive attraverso strategie comunicative legata al prodotto o a campagne mediatiche, così sul versante produttivo lo stesso meccanismo di riduzione della ricchezza disponibile può stimolare nuove strategie nuovi comportamenti per limitare la contrazione delle vendite, oppure può aprire spazi per attività ed abilità che il periodo di euforia dei consumi precedente aveva messo in ombra. sul lato della produzione questo tipo di processo ad attivo-innovativo prende molto probabilmente la strada del localismo, anche in relazione alla precedente fase di consumi che aveva nella globalizzazione, nell’esotismo e nella velocità della moda alcuni dei suoi punti di forza.
Tre sono quindi le linee che si presentano all'interesse dello scienziato sociale:
- la prima riguarda i cambiamenti strategia e le famiglie dei consumatori, e soprattutto l'aspetto di costruzione simbolica della realtà per cui tali strategie anziché assumere significati negativi legati la scarsità e alla povertà, assumono significati positivi legati a risparmio, alla equità, all'ecologia, un aspetto, particolarmente interessante perché potrebbe costituire la base di un nuovo orientamento e consumi capaci di consolidarsi in larga parte anche una volta venuto meno la fase di difficoltà economica;
- La seconda riguarda le strategie poste in essere sul versante dell'offerta, quindi come gli imprenditori presenti sul mercato modificano le loro azioni, ma soprattutto se questa nuova condizione del mondo dei consumi stimola realtà e produzione e distribuzione significativamente diverse da quelle precedenti, sia sotto l'aspetto dei prodotti in sé, sia sotto l'aspetto dei significati simbolici ad essi collegati, l'aspetto salutista ed ecologista su cui si appoggia, soprattutto in questa prima fase, questa trasformazione economica e culturale favorisce il recupero dei saperi locali e dell'artigianato, inteso come fornitura di oggetti servizi in cui l'abilità e la competenza della persona sia preminente rispetto alle caratteristiche di standardizzazione del prodotto o di appeal della marca;
- La terza, che si collega fortemente alla precedente, riguarda il ruolo che in questo processo può giocare la memoria, sia come richiamo ai saperi del passato, sia come richiamo alle specificità territoriali, e quindi come elemento di valorizzazione dei prodotti e servizi a filiera corta, sia come elemento di radicamento simbolico delle eventuali pratiche di contrazione dei consumi messi in atto dai consumatori; non da ultimo il ruolo della memoria è importante anche all'interno dei processi di reinvenzione e ricostruzione della memoria che caratterizzano molto spesso la valorizzazione localistica del prodotto o il recupero di "saperi antichi" a livello di artigianato o piccola imprenditoria.
progetto "Prin"