MODELLI DELL'ESPERIENZA OTTIMALE NELLA FRUIZIONE DEI BENI CULTURALI

Starting date
June 1, 2004
Duration (months)
12
Departments
Human Sciences
Managers or local contacts
Inghilleri Di Villadauro Paolo Maria

Il punto di partenza di questa ricerca è dato dai risultati che negli ultimi anni la letteratura psicologica internazionale offre relativi ai meccanismi che determinano il benessere nella vita delle persone, con particolare riferimento alla relazione tra individuo, ambiente e cultura. Tali ricerche evidenziano gli elementi materiali che costruiscono significato nella nostra esistenza e come sia possibile utilizzare l'ambiente e gli artefatti per esprimere la nostra personalità, sviluppare emozioni positive e capacità creative, portando di conseguenza allo sviluppo sociale e culturale. L’obiettivo di questi studi consiste quindi nel comprendere quando l’uso degli artefatti, intesi come prodotti materiali e immateriali dell’essere umano, porta ad una vita ricca, ad una società caratterizzata da soddisfazione delle persone e da rapporti dotati di senso (per una revisione sistematica vedi Seligman, Csikszentmihalyi, 2000). In questo ambito, un filone di studi ha fatto riferimento ad una specifica categoria, i beni culturali, indagando se esistano istituzioni culturali che, oltre ad essere usate e selezionate sulla base di processi psichici individuali, siano intrinsecamentre in grado di attrarre attenzione su di sè e favorire al contempo meccanismi capaci di innescare benessere psichico, sviluppo del comportamento, senso di appartenenza e identificazione con la comunità e il territorio (Csikszentmihalyi, Robinson, 1991).
Il quadro teorico all’interno del quale ci muoviamo per concettualizzare e osservare comportamenti, esperienze ed emozioni relativi alla relazione tra individui e beni culturali si rifà ad uno specifico ambito della psicologia, che intende lo sviluppo personale come processo complesso che ordina elementi bio-psico-sociali. In tale prospettiva la definizione del sé è dipendente da un lavoro psichico costante di adattamento, cambiamento e integrazione tra elementi del mondo interno ed esterno, tra individuo e ambiente, tra sistema simbolico, forze sociali e caratteristiche di personalità, (Csikszentmihalyi, 1990,1993,1999; Inghilleri, 1999, 2002; Seligman, 2002), seguendo meccanismi evolutivi di tipo neghentropico, antiomeostatico, capaci di ordinare sistemi aperti e tendenti alla complessità.
Attraverso la relazione con gli artefatti, l’individuo entra allora in contatto con la propria memoria storica, con la cultura, ne assimila le caratteristiche, ne riceve le istruzioni. Ciò avviene attraverso un susseguirsi di stati esperienziali in cui si genera ordine e organizzazione. Questo tipo di esperienza, denominata flusso di coscienza o flow of consciousness (Csikszentmihalyi, 1975, 1988,1990), è motore di sviluppo e tende ad essere ricercato e ripetuto; si tratta di una esperienza organizzante il sé. Tale paradigma teorico, già applicato da autori statunitensi (Csikszentmihalyi, 1991; Csikszentmihalyi, Hermanson, 1995) nell’ambito della progettazione di importanti impianti museali (v. Getty di Los Angeles), risulta particolarmente adatto ad indagare la natura dell’esperienza che si manifesta in questa specifica situazione, evidenziando la complessa relazione tra benessere individuale e connessione con beni territorialmente localizzati (vale a dire tra sviluppo individuale e sviluppo socio-culturale). Ciò permette anche di trarre indicazioni sulla possibilità di sviluppare meccanismi e strategie comunicative che facilitino il manifestarsi di questa specifica esperienza.
L’ipotesi di base è che i beni culturali siano veicoli di informazione appartenente a ciò che viene definito domain (sistema simbolico della cultura), field (forze sociali) e che questa informazione interagisca in maniera specifica con le caratteristiche individuali dei fruitori (Gardner, 1993). A seconda della specifica configurazione che assumono questi tre livelli di informazione nella relazione individuo-artefatto, le persone si troveranno in una condizione di ordine/disordine a livello di mondo interno, condizione che trova nell’esperienza di flow la sua forma più organizzata, capace di generare novità identitarie. Tale dinamica è relativa agli artefatti intesi come complessi materiali e simbolici, luoghi di conoscenza, socializzazione, consumo, ma anche come singoli oggetti presenti nell’ambiente che costituisce il bene culturale. Attenzione verrà data altresì alle specifiche relazioni tra artefatti e singoli processi cognitivi (Arielli, 2003; Norman, 1988).
Coerentemente con questa impostazione teorica, la metodologia adottata comprenderà la mappatura di beni culturali, sia quelli già presenti e attivi sul territorio, che quelli in fase di progettazione. E’ possibile prevedere una fase di confronto con l’organizzazione e l’utilizzo di beni culturali esteri identificati come situazioni esemplari. Una fase descrittiva sarà svolta secondo le regole dell’osservazione naturalistica dell’interazione individuo-artefatto; successivamente, al fine di valutare la qualità dell’interazione, verranno somministrate versioni specifiche del Flow Questionnaire, interviste in profondità e focus group. Per svolgere questa parte del lavoro, si prevede una collaborazione tra il gruppo di ricerca ed enti gestori/ideatori degli artefatti, con lo scopo di monitorare ed implementare le strategie progettuali e attuative, secondo la metodologia propria della ricerca-azione.
Il campione, costituito da progettisti, amministratori, curatori e fruitori di beni culturali di vario tipo, nelle sue caratteristiche specifiche rimane da definire.

Arielli E., (2003) Pensiero e progettazione. La psicologia cognitiva applicata al design e all’architettura, Bruno Mondadori, Milano
Csikszentmihalyi M., (1975) Beyond Boredom and Anxiety, Jossey-Bass, S. Francisco
Csikszentmihalyi M., (1990) Flow. The Psychology of Optimal Experience, Harper&Row, New York
Csikszentmihalyi M., (1993) The evolving self. A Psychology for the third millennium, HarperCollins, New York
Csikszentmihalyi M., (1996) Creativity. Flow and the Psychology of Discovery and Invention, HarperCollins, New York
Csikszentmihalyi M.,(1999) "If we are so rich, why aren't we happy?", American Psychologist, 54, 10, pp. 821-827
Csikszentmihalyi M., Rochberg-Halton E., (1981) The Meaning of Things, Domestic Symbols and the Self, Cambridge University Press, New York, tr. it. Il significato delle cose, Edizioni Kappa, Roma 1986
Csikszentmihalyi M., Csikszentmihalyi Selega I.,(1988) Optimal Experience. Studies of Flow in Consciousness, Cambridge University Press, Cambridge (Mass.)
Csikszentmihalyi M., Robinson M., (1991) Art of Seeing. The interpretation of Aesthetic Encouter, Oxford University Press
Csikszentmihalyi M., Hermanson K., (1995) Arts education, human development, and the quality of experience. In B. Reimer & R. Smith (Eds.) The arts, education and aesthetic knowing. Chicago, University of Chicago Press
Gardner H., (1993) Creating Minds, Basic Books, New York, trad.it.Intelligenze creative, Feltrinelli, Milano, 1994
Inghilleri P., (2003) La “buona vita”. Per l’uso creativo degli oggetti nella società dell’abbondanza, Guerini e Associati, Milano
Inghilleri P., (1999) From Subjective Experience to Cultural Change, Cambridge University Press, New York
Norman D.A., (1988) The Psychology of Everyday Things, Basic Books, New York (trad. It. La caffettiera del masochista, Giunti, Firenze, 1997)
Seligman M.,(2002) Authentic Happiness, Simon & Schuster, New York
Seligman M., Csikszentmihalyi M., (2000) "Positive Psychology. An Introduction", American Psychologist,Vol 55(1) 5-14. Special Issue on Happiness, Excellence and Optimal Human Functioning
Tajfel H. and Turner J. C., (1986) The social identity theory of inter-group behavior. In S. Worchel and L. W. Austin (eds.), Psychology of Intergroup Relations. Chigago: Nelson-Hall.

Sponsors:

Funds: assigned and managed by the department

Project participants

Massimo Agnoletti
Teaching Assistant
Federica De Cordova
Assistant Professor
Paolo Maria Inghilleri Di Villadauro
Filippo Petrogalli

Collaboratori esterni

Franco Cesaro
Università di Verona psicologia e antropologia culturale professore a contratto

Activities

Research facilities

Share