Lo stress è uno dei fenomeni più significativi dell’età moderna, caratterizzata da profondi mutamenti sociali, scientifici, valoriali, culturali, politici, economici, e interessa un numero sempre maggiore di persone. Esso non indica uno stato patologico ben preciso, bensì una condizione psico-fisica di “rischio” latente, che può tradursi in una varietà di complicazioni fisiche, psichiche, mentali e sociali da non sottovalutare.
Ma “insegnare stanca?”. È questo un interrogativo serio, che potrebbe far emergere aspetti spesso nascosti e trascurati di un lavoro che incontra difficoltà nel ridefinire più chiaramente la propria identità in un momento di grande trasformazione delle istituzioni scolastiche, compresse fra processi di burocratizzazione ed esigenze di rinnovamento.
La letteratura sullo stress lavorativo ci fa constatare come, inizialmente, la maggior parte delle ricerche siano state indirizzate allo studio degli atteggiamenti e dello stato psicofisiologico del lavoratore industriale, mentre era stato trascurato il settore dei lavoratori intellettuali (professionisti, impiegati, insegnanti,
), che pure manifestavano chiari segnali di disagio.
In Italia Favretto (1983; 1985; 1988; 1990; 1991; 2000; 2001), già negli anni ’80, ha condotto una serie di studi e ricerche sullo stress di questa categoria, quando le poche indagini esistenti erano prevalentemente di tipo sociologico o medico, e sicuramente non consideravano il modello dello stress.
Gradualmente in seguito si è arrivati a una conoscenza più sistematica e approfondita dei segnali di disagio e delle manifestazioni dello stress dei lavoratori intellettuali, tra cui gli insegnanti, al punto che l’interesse nei confronti di questa problematica era andato scemando.
Nel frattempo i cambiamenti nella scuola sono stati innumerevoli, profondi, veloci e molto ravvicinati: l’autonomia scolastica, la misurazione della qualità nella scuola, i cambiamenti organizzativi che hanno stravolto sistemi e metodi, l’obbligo per i dirigenti di essere dei “manager”, senza forse possederne le abilità, e la necessità per gli insegnanti di puntare su un lavoro d’équipe, confrontandosi con colleghi, famiglie, superiori, ecc.
Cambiamenti, oltretutto, non sempre condivisi.
Sono profondamente mutati anche gli utenti (o dovremmo dire clienti?) della scuola: alunni più impegnativi, poco inclini alla disciplina, forse stressati loro stessi; genitori molto esigenti e informati, pressati dai ritmi convulsi della vita quotidiana, con poco tempo da dedicare ai figli, sempre pronti, quindi, a delegare alla scuola funzioni che un tempo venivano assolte da loro.
Il lavoro dell’insegnante, per l’alone ideologico che sempre lo ha accompagnato (di “vocazione”, di “missione”), non è stato mai sottoposto a una valutazione “ergonomica” oggettiva, con la conseguenza che su di esso si sono addensati molti luoghi comuni: viene considerato un lavoro ideale, poco impegnativo, conciliabile con altre occupazioni. Per altri, invece, molto stressante, per le competenze professionali, psicologiche e organizzative che esso implica.
Tale ambiguità di fondo si rispecchia, quindi, in una distorta percezione sociale di lavoro privilegiato e ben retribuito per alcuni, pressante e mal pagato per altri.
L’iceberg, di cui si era intravista la punta in quegli anni, sta emergendo progressivamente. Il fenomeno del disagio degli insegnanti ha assunto una massa critica tale da avere probabilmente il diritto di ricevere una nuova adeguata attenzione.
Sulla base di queste osservazioni e sulla base anche dei nuovi importanti segnali di disagio che provengono dal mondo della scuola, si pensa di intraprendere il seguente percorso di ricerca, finalizzato alla valutazione dello stress di questa categoria di lavoratori della scuola (media e superiore). Il progetto si configura come una ricerca classica sulla condizione lavorativa soggettiva e oggettiva del corpo insegnante e in particolare sul benessere-malessere occupativo di questa categoria di lavoratori.
1° step:
Per la costruzione di un questionario derivato dalla realtà scolastica presa in esame, si procederà mediante:
I. individuazione e analisi di ricerche e interventi consimili nella letteratura specialistica nazionale e internazionale;
II. interviste semistrutturate a testimoni privilegiati (dirigenti scolastici e insegnanti);
III. individuazione delle dimensioni principali su cui sviluppare il questionario, volte a indagare sulle fonti di stress e sui sintomi psicosomatici degli insegnanti;
IV. formulazione degli item;
V. sintesi e prima stesura di un questionario pilota.
2° step:
Questo step prevede la messa a punto definitiva del questionario:
- Costruzione e stesura definitiva del questionario con relative prove di stampa;
- Editing dello strumento;
- Preparazione dei fogli di risposta con codice a barre per la lettura automatica;
- Predisposizione di maschere di risposta con software OMR (Optical Mark Recognition);
- Simulazione e testing della procedura di scansione e correzione.
3° step:
Si procederà poi mediante:
I. attuazione di un’indagine pilota su 30 soggetti;
II. verifica di validità e attendibilità.
4° step:
Questo step prevede la definizione del campione: la composizione della popolazione suggerisce di formare il campione attraverso un piano di campionamento stratificato casuale proporzionale. L’indagine verrà effettuata su un campione non superiore agli 200 elementi dei diversi gradi scolastici presi in esame (scuola media inferiore e superiore), di Verona e zone limitrofe.
5° step:
Il passo successivo sarà inerente alla somministrazione del questionario: il questionario potrà essere somministrato attraverso interviste strutturate oppure autosomministrato o, ancora, applicato attraverso intervista telefonica. Nel caso in cui il supporto cartaceo non fosse sufficientemente efficace si valuterà la possibilità di utilizzare anche un questionario da somministrare in Internet;
III. Analisi dei dati: per i dati si procederà attraverso lettura veloce mediante scanner;
IV. Elaborazione dei dati: le elaborazioni e le analisi verranno articolate su più livelli: per provenienza e per ordine scolastico. Per esigenze di chiarezza e semplicità nella lettura e nella interpretazione dei dati e per gestire la miriade di informazioni raccolte attraverso le quali dedurre gli aspetti significativi del “problema stress”, si ritengono opportuni la definizione e il computo di alcuni specifici indici statistici univariati in grado di restituirne, in sintesi, un ritratto il più attendibile possibile. L’elaborazione dei questionari contempla un approfondimento successivo attraverso l’applicazione di appropriati modelli statistici multivariati che permettano di utilizzare simultaneamente tutti i dati disponibili al fine di rilevare le relazioni esistenti tra gli stessi. La scelta di articolare per livelli l’analisi suggerisce di individuare un opportuno modello statistico regressivo che consenta di evidenziare e misurare la predittività delle fonti di stress nei riguardi dei sintomi di disagio psichico e somatico.
Dunham J. (1984), Stress in teaching, Croom Helm, London - Sydney.
Favretto G., Comucci Tajoli A. (a cura di) (1988) Insegnare oggi. Soddisfazione o stress?, F. Angeli, Milano.
Favretto G., Rappagliosi C.M., Dirigenza Scolastica. Problemi, Stress, Soluzioni, Armando Editore, Roma.