Il Centro di Ricerca in Psicologia “HEMOT – Helmet for EMOTions”, istituito presso il Dipartimento di Scienze Umane dell’Università degli Studi di Verona nel dicembre 2021, conduce e promuove attività di ricerca sulla competenza emotiva e sulla resilienza in merito a eventi positivi e stressanti e/o traumatici quali disastri ed emergenze, prendendo avvio principalmente da una prospettiva psicologica e coinvolgendo bambini, adolescenti e adulti, secondo la prospettiva psicologica del ciclo di vita. Inoltre, progetta e implementa percorsi formativi tesi allo sviluppo della resilienza psicologica, integrando diverse metodologie didattiche e sfruttando i vantaggi connessi all’utilizzo di nuove tecnologie, coinvolgendo una pluralità di utenti e stakeholder del territorio.
Le attività del centro HEMOT riguardano:
Progetti di ricerca (per ulteriori informazioni si consulti il sito https://www.hemot.eu):
Il “Centro per lo Sviluppo Comunitario. Ricerca-intervento per il benessere psicosociale di persone, organizzazioni e comunità” nasce su iniziativa di Federica de Cordova, Anna Maria Meneghini e Riccardo Sartori, con l’obiettivo di aprire uno spazio di ricerca inter/transdisciplinare che attraversa la psicologia sociale, dinamica e culturale e che trova nell’alveo teorico e metodologico della psicologia di comunità la sua collocazione. L’approccio si caratterizza per la costante ricerca di dialogo interdisciplinare con altre discipline come la psicologia delle organizzazioni, la psicologia clinica, la sociologia, l’antropologia culturale, la pedagogia, la salute pubblica ecc.
Il fuoco di interesse del centro sta nello studio empirico dei processi psicosociali legati al benessere e nello sviluppo di strumenti e metodi di intervento e formazione atti a perseguire tale benessere, coerentemente con uno sviluppo di comunità.
Ambienti d’elezione, ma non esclusivi, di intervento sono i servizi pubblici (sociali, sanitari, educativi ecc.), del terzo settore (volontariato, cooperativismo, associazionismo ecc.), privati (aziende, ecc.).
Oltre a un approccio inter e transdisciplinare, il Centro si ispira ai principi guida dell’ecologia, considerando come livelli di analisi dei processi dinamici i sistemi micro, meso e macro. Pertanto, la soggettività e i processi psicosociali sono intesi secondo una prospettiva intersezionale, che considera la soggettività come interrelazione tra caratteristiche personali, ruoli sociali, attributi organizzativi e culturali: è tenendo conto di questa ricchezza e complessità che possono essere intercettate risorse e criticità e sviluppare processi di empowerment. Preminente interesse del Centro sono le dinamiche psicosociali e comunitarie all’origine di discriminazioni e sperequazioni sociali, dei processi responsabili della loro riproduzione sociale, in un’ottica di valorizzazione e riconoscimento della diversità.
Una ulteriore caratterizzazione del Centro consiste nel posizionarsi epistemologicamente con una responsabilità attiva del ricercatore e della ricercatrice, per cui il momento dell’analisi empirica è sempre guidato dall’azione per il cambiamento, secondo la cornice metodologica della ricerca-intervento. Tale approccio metodologico partecipativo si colloca appieno nell’ottica di empowerment di comunità, base per la promozione del benessere, lavorando sulle risorse della comunità̀ esistenti e potenziali. L’orientamento metodologico è quindi aperto a metodi di ricerca empirica innovativi, multimetodo e partecipati, con una forte attenzione a dare voce a tutti gli attori senza invisibilizzare soggetti di minoranza.
Temi di studio privilegiati sono dunque processi e pratiche di inclusione sociale e lavorativa, la partecipazione attiva ai luoghi di lavoro e ai processi di cittadinanza, la giustizia sociale, la prevenzione della violenza e dello sfruttamento, con particolare attenzione alle dinamiche socioculturali che favoriscono processi egemonici nelle comunità, il capitale sociale e culturale.
Le attività del centro consistono in ricerca, consulenza, progettazione, documentazione, attività editoriale, anche in collaborazione con altri soggetti e istituzioni, pubbliche e private.
In particolare:
Il Centro, infine, si pone come luogo di formazione alla ricerca-intervento partecipata per laureandi, tirocinanti e stagisti.
Componenti del centro sono:
Federica de Cordova (direttrice), Marta Gaboardi (componente), Giorgio Gosetti (componente), Anna Maria Meneghini (responsabile scientifica), Sofia Morandini (componente), Stefania Pontrandolfo (componente), Riccardo Sartori (componente del consiglio direttivo), Chiara Sità (componente del consiglio direttivo), Sandro Stanzani (componente del consiglio direttivo), Francesco Tommasi (componente), Fabio Vicini (componente).
Il centro di ricerca Interdisciplinare Inclusione e Diversità, in un tempo in cui rapidi mutamenti economici, demografici e sociali stanno ridefinendo le comunità umane a livello internazionale, nazionale, e locale, vuole contribuire all’avanzamento della conoscenza scientifica e alla ridefinizione dal basso - attraverso la collaborazione con istituzione e soggetti del territorio - dei paradigmi socio-relazionali in termini di equità e giustizia sociale.
I temi della diversità e dell’inclusione attraversano la storia delle comunità umane, e negli ultimi decenni sono divenuti oggetto di studio in diversi ambiti disciplinari. Anche in ragione di ciò, il centro nel porre al centro delle proprie attività le relazioni tra persone, gruppi e istituzioni, assume come prospettiva di fondo uno sguardo interdisciplinare, focalizzandosi su inter-sezionalità, riconoscimento e rispetto reciproco.
Il centro - ponendosi come polo di ricerca interdisciplinare (psicosociale, sociologico e pedagogico) in dialogo con il territorio – intende:
I principali argomenti di interesse su cui si focalizza l’attività del centro interdisciplinare di ricerca sono:
Il Centro ha finalità di ricerca, teorica ed empirica, nel campo dell’etica della cura. A tal fine riunisce docenti, ricercatrici e ricercatori impegnati in percorsi di ricerca che, nei diversi ambiti della filosofia, delle scienze umane, sociali e della salute concorrono a una migliore comprensione dell’etica della cura e a una proposta di applicazione ai diversi ambiti del sapere e della pratica.
In particolare, il Centro si pone come polo interdisciplinare di ricerca avanzata e opera a livello locale, nazionale e internazionale.
A tal fine, il Centro prende le mosse dalla proposta teoretica di Luigina Mortari che identifica nella cura una pratica etica, che si articola secondo diverse direzionalità: una cura che preserva la vita, una cura che ripara la vita, una cura che promuove la vita.
Tra i contesti di cura identificati come i più centrali e bisognosi del supporto della ricerca sono stati identificati, senza pretesa di esaustività, i seguenti:
• contesti educativi;
• contesti sanitari e assistenziali;
• servizi sociali;
• contesti di elaborazione del pensiero politico.
Adottando una prospettiva di “service research”, seguendo l’approccio pragmatista, il Centro assume la responsabilità etica e politica della propria azione di ricerca, perseguendo anche finalità culturali e di formazione connesse alle attività di ricerca promosse, in particolare rivolgendosi a professioniste/i (educatrici/ori, insegnanti, operatrici/ori sociali e sanitari, responsabili di istituzioni politiche ecc.).
Il Centro nasce dall’idea di studiare e ipotizzare possibili percorsi di ripensamento del lavoro e delle
organizzazioni, orientati al miglioramento della qualità della vita lavorativa, avendo cura di radicare
le proprie analisi dentro i processi in atto e di costruire relazioni con attori significativi interessati ai
temi del Centro.
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