Dall’anno 2009 il sottoscritto è impegnato in una ricerca nazionale interuniversitaria la cui domanda può essere formulata in questi termini: quali sono i tratti peculiari delle pratiche di supervisione che possono concorrere a definire una figura professionale ritenuta strategica ai fini della formazione iniziale dei docenti? In sintesi: chi è e che cosa fa il supervisore di tirocinio?
La cornice teorica e metodologica si definisce richiamando due prospettive: l’etnometodologia, secondo il programma di H. Garfinkel, per l’attenzione dedicata alle strutture ‘ordinarie’ dell’esperienza (cfr. G. Fele, Etnometodologia. Introduzione allo studio delle attività ordinarie, Carocci, Roma 2002) e all’ergonomia, che si occupa del lavoro come attività, ovvero del ‘dialogo’ tra operatore-attrezzature-contesto, dialogo da indagare attraverso lo studio delle azioni situate.
Lo strumento di ricerca adottato è la routine, intesa come ‘sequenza di operazioni connotate da una elevata regolarità che consentono di identificare i tratti distintivi di una professione.’
Il progetto di ricerca prevede l’adozione del punto di vista dell’attore (il supervisore di tirocinio) al quale viene chiesto di produrre una serie di scritture relative alle routines che egli mette solitamente in atto nonché la formulazione, sempre prodotta attraverso la pratica della scrittura, di una cornice contestualizzante (studio di caso). Su tali materiali scritti viene poi effettuato un lavoro di analisi dei testi che consenta la creazione di una serie di ipotesi negoziate (tecnica del round-robin) volte a dare risposta alla domanda della ricerca.
Alla ricerca partecipano le Università di Milano-Bicocca, Perugia, Bari, Macerata, Palermo, Padova-Verona, Oppi di Milano, Cattolica di Brescia, Torino.
I coordinatori centrali della ricerca sono il prof. Elio Damiano (Univ. Di Parma) e il prof. Cosimo Laneve (Univ. Di Bari).
