FRONTIERE: POLITICA, RELIGIONE, CULTURA NELL'ARCO ALPINO (2003)

Data inizio
1 gennaio 2003
Durata (mesi) 
24
Dipartimenti
Culture e Civiltà
Responsabili (o referenti locali)
Pastore Alessandro
URL
2003113043_001
Parole chiave
FRONTIERE;ITALIA;MODERNA

Il programma di ricerca, affidato alle otto unità locali di Verona, Torino, Alessandria, Milano, Padova, Venezia, Udine e Pisa, coordinato dal Dipartimento di Discipline storiche, artistiche e geografiche dell'Università di Verona, intende affrontare, da punti di osservazione differenti, ma tra loro coordinati, e da prospettive metodologiche diverse, ma convergenti, il complesso tema della “frontiera” in età moderna (secoli XVI-XVIII) con particolare attenzione all'Italia centro-settentrionale nei suoi rapporti e nei suoi scambi con il resto dell'Europa. Oggetto della ricerca saranno in particolare quei territori che per la loro natura geografica ed in seguito alle vicende politiche della prima età moderna si trovarono ad essere spazi di “frontiera” e quindi soggetti di conflitti, scambi, trapassi di amministrazioni e di culture, tensioni sociali, politiche e religiose. Non sarà trascurato il problema dei confini interni e dello squilibrio o del conflitto fra aree diverse, comunità religiose antagoniste, modelli economici e di sviluppo differenziati, disomogeneità linguistiche e culturali. Particolarmente significativa è a questo riguardo la polarità non risolta fra civiltà alpina e civiltà mediterranea nel caso sabaudo (che nel XVIII secolo di estende fra gli Stati di Terraferma e la Sardegna), affrontata essenzialmente entro la dimensione dello Stato assoluto, che si stempera nel caso veneto (con il rafforzarsi tra XVII e XVIII secolo dei domini di Terraferma e la crisi dello Stato da Mar) a contatto con una pluralità di componenti culturali e con una tradizione politica fondata sulla mediazione. Diverso, ma per certi versi analogo è il caso della Lombardia, contesa fra il ruolo della città capitale (Milano) e quello dei centri minori, con le tensioni legate alla presenza alpina e al non risolto conflitto (come per il Piemonte) con il mondo della Svizzera protestante. Il caso della Toscana - uno Stato che si definisce a partire dall’autonoma affermazione delle istituzioni cittadine in rapporto da un lato al contado e dall’altro agli spazi marittimi - può rappresentare infine un utile termine di confronto in rapporto anche ad un’idea di confine permeabile, solo in parte determinato da elementi di natura fisica.
Nel quadro della riflessione sulla natura polisemica del concetto di “frontiera”, la ricerca si propone dunque di rileggere le dinamiche sottese allo sviluppo della società italiana di antico regime: a) affrontando lo studio di alcuni mutamenti sociali e culturali di lungo periodo (ridefinizione dei rapporti centro-periferia, dinamiche cetuali, processi culturali); b) prendendo in esame alcuni momenti di conflitto, o alcuni tentativi di riforma, colti nel tempo breve della politica, e scandagliandone gli effetti sul medio periodo.
L’arco cronologico preso in esame sottolinea la centralità del XVI secolo (crisi religiosa e ridefinizione degli equilibri europei) e del XVIII secolo (nuove ed intense dinamiche sociali, illuminismo e riforme) come secoli di transizione e “frontiera” fra civiltà diverse nell’ambito della modernità.

Enti finanziatori:

Ministero dell'Istruzione dell'Università e della Ricerca
Finanziamento: assegnato e gestito dal Dipartimento
Programma: COFIN - Progetti di Ricerca di Interesse Nazionale

Partecipanti al progetto

Alessandro Arcangeli
Professore associato
Marina Garbellotti
Professore associato
Alessandro Pastore
Professore emerito

Attività

Strutture

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